In molti si chiedono se la migliore qualità di caffè sia arabica o robusta, eppure queste ultime non determinano il pregio di una miscela, bensì il suo carattere.
Si tratta infatti delle varietà più diffuse, assieme alla Excelsa e Liberica, che spesso possono trarre in inganno sul tema della qualità, che invece dipende dal metodo di produzione della materia prima.
Differenze tra arabica e robusta
Proprio come le diverse tipologie di uno stesso prodotto, anche quelle del caffè comportano caratteristiche differenti, le quali si esprimono direttamente in tazzina. C’è chi preferisce un espresso dal sapore intenso e corposo, così come chi non sa fare a meno della delicata cremina in superficie dai toni più dolci e aromatici.
Il Moretto, come storica torrefazione Genova e fornitore caffe per bar da decenni, è la guida più adatta a spiegare quali sono i falsi miti riguardanti questa supposta contrapposizione.
Infatti, una curiosità interessante su queste specie di caffè è che queste spesso vengono mescolate tra loro per ottenere un risultato più bilanciato: nella maggior parte dei casi, le miscele “100% arabica” contengono una quantità variabile di robusta.
Queste due specie non sono dunque in contrasto tra loro, perciò una miscela più variegata potrebbe risultare più gradevole al palato piuttosto che una monovarietà.
Caffè arabica
Largamente conosciuta e consumata, tanto da rappresentare il 70% della produzione mondiale, la varietà di caffè arabica si distingue per essere più delicata e aromatica, una combinazione capace di rispondere alla maggior parte dei gusti. A prima vista è facilmente riconoscibile per via dei chicchi tendenzialmente ovali e dai toni scuri, germogliando al meglio nei paesi dell’America Centrale e del Sud, ma anche nella parte più orientale dell’Africa. Essendo più delicati rispetto a quelli della specie robusta, prediligono un clima tropicale senza eccessivi sbalzi termici, una caratteristica da tenere bene a mente anche in fase di torrefazione.
La delicatezza che contraddistingue il caffè arabica conferisce un carattere più morbido e aromatico, a tratti più dolce ma al tempo stesso acido. Le sue caratteristiche, meno incisive rispetto alla robusta, lo rendono il più apprezzato in quanto riesce a risaltare ogni proprietà del caffè senza risultare eccessivamente aggressivo.
Caffè robusta
Dal sapore più schietto e intenso, la varietà di caffè robusta si distingue per un carattere più corposo, con note che richiamano il cioccolato e l’aroma persistente. Pur ricoprendo una fetta di mercato più piccola rispetto all'arabica, pari al 28% della produzione mondiale, rappresenta comunque una varietà di rilievo per la preparazione di un caffè a regola d’arte. Anche in questo caso, i suoi chicchi si distinguono dagli altri per la forma tondeggiante e il colore più chiaro, leggermente tendente al verde. Pur essendo presente in alcune regioni del Sud America e dell’Africa, la sua coltivazione è largamente diffusa nel Sud-Est Asiatico. Questo fattore è dovuto ai climi tendenzialmente umidi e con abbondanti piogge, rendendola più resistente agli sbalzi di temperatura che influiscono direttamente sulle sue caratteristiche.
A differenza di un caffè arabica, quello preparato con la tipologia robusta risulta più corposo e amaro, perciò richiama un apprezzamento più ristretto tra coloro che preferiscono l’anima del caffè nella sua purezza. Queste peculiarità si ritrovano anche nella cremina in superficie, che essendo densa e spessa la rende più attraente in tazzina.
Uno dei motivi per cui si miscelano le due varietà è dovuto proprio alla capacità della robusta di donare più cremosità all'arabica, così da ottenere un espresso perfettamente armonioso sia nel sapore che nella consistenza e nell'aroma. Poiché i gusti individuali variano da persona a persona, si può quindi concludere che la scelta tra arabica o robusta è dovuta soprattutto alle proprie preferenze e non necessariamente alla qualità di una o dell’altra.